Il Superbonus della complessità

Il Superbonus della complessità

di Gian Luca Bandini
CEO Stone Pine

Le opportunità che derivano dal Superbonus 110% sono notevoli, soprattutto per la capacità di intervenire concretamente con il medesimo decreto su più fronti. Con una sola operazione si sostengono infatti la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio urbano, l’utilizzo delle fonti rinnovabili e la solida ripresa dei settori produttivi connessi all’edilizia.

La forza del decreto si arresta tuttavia nella sua fase procedurale, la cui complessità incide sui tempi e soprattutto rischia di arrecare concreti problemi alle aziende coinvolte, involontariamente incapaci di trasferire chiarezza ai propri clienti.

La difficoltà interpretativa e attuativa della norma è un ostacolo all’accesso agli incentivi e occorre studiare, organizzarsi puntigliosamente e correre contro il tempo.

L’orizzonte è dorato, il rischio è che si debbano sostenere le pesanti spese di viaggio, la certezza è che c’è da camminare. 

PRATICHE – TEMPI – SCONTO IN FATTURA

Il testo normativo di un decreto come il Superbonus 110% deve definire destinatari, procedure e risorse finanziarie. Deve sviluppare un protocollo operativo in grado di garantire sostenibilità all’iniziativa e rispetto delle leggi. In questo scenario è inevitabile trovarsi davanti a un testo articolato, da comprendere attentamente prima di metterlo in pratica. Di fronte all’inevitabile complessità del percorso, ulteriori ostacoli sono derivati dai correttivi in corso d’opera al decreto e l’imperfetta comunicazione sui punti chiavi del Superbonus, su tutti quello relativo alla durata.

Il primo problema del decreto è nella sua genesi, il dover attendere continui aggiornamenti e integrazioni per renderlo attuabile. Questo ha ritardato notevolmente i tempi di applicazione della misura creando difficoltà in tutta la filiera, soprattutto per gli operatori che ancora oggi non hanno tutte le risposte agli infiniti casi reali dei propri clienti. 

Altra variabile sui tempi di avanzamento lavori è sull’accesso agli atti pubblici: documenti necessari alla finalizzazione della pratica, la cui disponibilità non dipende né dal cliente né dall’azienda, ma dalla velocità di reazione di ogni singolo Comune. A oggi con la conversione in legge del Decreto Semplificazioni si è provato a trovare una soluzione per superare questo problema. Se da un lato la dichiarazione dello stato legittimo dell’immobile sembra non essere più condizione vincolante per l’avvio dei lavori, dall’altra il tempo di adeguamento di tutti gli operatori coinvolti (istituti di credito, tecnici e aziende) creerà ulteriore incertezza, provocando inevitabili ritardi.

Giunti alla raccolta di tutte le informazioni, completare la documentazione è il secondo step, da compiere con la consapevolezza che un dato sbagliato o qualunque imprecisione marginale possono ritardare il completamento dell’iter e il conseguente incasso da parte dell’azienda, che ha applicato al cliente il totale sconto in fattura, avendo chiaramente già sostenuto i costi dell’intervento.

Operare con la precisione necessaria è doveroso ma in questo scenario è esercizio proibitivo.

OPERATIVITÀ – FORNITURA

Da un lato lo Stato che dispone regole e fondi. Dall’altro il cittadino che vuole realizzare la propria riqualifica immobiliare. Al centro le aziende. Una posizione non semplice quest’ultima, soprattutto se si considera che, appena annunciato, il Superbonus 110% ha bloccato tutti i lavori in fase di avviamento. Chi stava già intervenendo sulla propria abitazione ha legittimamente interrotto ogni iter, confidando di poter ricadere tra i fruitori del più ricco contributo statale.

Comunque galvanizzate dalle possibilità offerte dal decreto, le aziende coinvolte hanno visto crescere i potenziali clienti e si sono adeguate alla crescente domanda con riorganizzazione ed ampliamento degli organici, uno dei risultati attesi dal Governo sul fronte occupazionale con l’ideazione del Superbonus.

Sfida accettata dagli operatori, ma nonostante le aziende siano pronte e solide per affrontare la via del Superbonus, le regole su cui operare sono tutt’altro che chiare. E se si sbaglia, il sogno 110% rischia di svanire.

L’operatività dipende anche dalla velocità degli approvvigionamenti. La domanda di prodotti e servizi professionali indispensabili è cresciuta oltre ogni aspettativa e la relativa disponibilità è inevitabilmente crollata. Scontrandosi con le tempistiche del Superbonus 110%, questi ritardi rischiano di vanificare tutto.

A questa regola di mercato mal considerata durante la stesura della norma, si è affiancata la concomitante crisi mondiale di materie prime.

In estrema sintesi, i vantaggi del Superbonus 110% sono consistenti tanto quanto la difficoltà ad accedervi. Il rischio non è tanto nel non accedere al contributo, quanto sostenere investimenti per essere definitivamente pronti a mercato già terminato.

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